VI Torneo Paolo Piva

VI TORNEO PAOLO PIVA

Il confronto, anzi lo scontro generazionale – inutile negarlo – c’è stato, e per di più internazionale e sempre con lo stesso verdetto inoppugnabile.

Ma il fatto che la squadra francese degli Sharks della Dassault Aerospace abbia vinto a mani basse tutte le partite non cambia il senso del Torneo che da sei anni l’Unione rugby capitolina dedica all’amico Paolo Piva che ha passato troppo presto la palla.

E’ che la formazione della storica e carica di gloria azienda aeronautica francese (Mirage e Rafale, per gradire, i velivoli più noti dell’azienda che celebra i 90 della fondazione) è apparsa fin dall’inizio proiettata nel futuro rispetto agli avversari very Old (Urc, Autums e Avvocati) allegramente zavorrati nel passato. Per i Senatori Capitolini, fra l’altro, prima uscita ufficiale con il nuovo e assai paziente tecnico Gianluca Limone, compagno di scorribande di Claudio Tinari (puntualmente in campo) della nazionale di Pierre Villepreux. Dopo le tre partite dell’Urc, Limone ha sorpreso tutti confermando di volere proseguire nell’impresa di migliorare l’eterogeneo gruppo raccolto intorno ad Alberto Magni e tecnicamente sostenuto anche da Grilloska.

A ogni modo neppure le dritte di Limone e l’impegno e il talento dei recenti ex azzurri di casa, Giulio Toniolatti, Alberto Budini e Riccardo Bocchino, sono stati in grado di compensare il complesso divario tra padri italiani e figli francesi che si sono affrontati sui prati di via Flaminia ancora una volta tirati a lucido. Ce ne si è comunque fatta subito una ragione.

Va detto, tuttavia, che con grande eleganza i giovani, giovanissimi, adolescenziali galli non hanno mai usato con spocchia il loro predominio, anche quando il canto degli inni prima della sfida finale Italia (mista Urc, Uar e Autums)-Francia aveva scaldato i cuori in una giornata già da ottobrata romana.

Quindi il divertimento, da una parte e dall’altra, non è mai mancato con qualche guizzo tecnico apprezzato pure dal pubblico. Inoltre gli Sharks hanno schierato anche una squadra femminile di touch ed ecco allora che le mamme touch dell’Urc hanno trovato baguette per i loro denti. In questo caso, però, lo scompenso tecnico non è stato così marcato e legato all’anagrafe. Anzi, le mamme italiche sono spesso apparse più preparate e toniche delle giovani transalpine.

Come sempre, mentre gli Old si scornavano in campo, tutto attorno la macchina del Torneo Piva marciava a pieno regime con famiglie e bambini a riempire il quadro di una giornata piena di sorrisi e poi anche di canti e brindisi. Molti brindisi, anche perché gli amici della Dassault hanno bussato con i piedi in via Flaminia stringendo fra le braccia una mezza enoteca di vini delle loro parti, di quelli che non si sbaglia mai.

Infine da ringraziare, come ogni anno, i volontari in azione dietre le quinte e dietro i banconi, il djset provvisto di Mameli e Marsigliese e l’Angelica fotoreporter. Il prossimo torneo Paolo Piva è già in cantiere.

Paolo Ricci Bitti

Il Torneo Piva delle Toccate

Alle nove del mattino è già tutto pronto per il torneo Piva, organizzato per il sesto anno in memoria di Paolo Piva, socio fondatore dell’URC.

Per la prima volta quest’anno anche noi Toccati veniamo chiamati a partecipare attivamente a questo evento molto sentito nel Club, e non solo! Per la prima volta noi donne, l’anima rosa della squadra amatoriale dei Toccati, scendiamo in campo “da sole” e i nostri amici/compagni ci sostengono da bordo campo.
Un motivo in più per essere emozionate, oltre al fatto che le nostre avversarie sono francesi, e avvolte da un alone di mistero: Come giocheranno? Quanti anni avranno?
Ma quello che non si può negare a noi donne è la capacità di adattamento ed il coraggio, allora, lasciati da parte la difficile giornata lavorativa di ieri, i calzini spaiati dei figli e gli acciacchi vari, siamo arrivate puntuali alle nove, ciascuna con il proprio compito assegnato, al primo appuntamento ufficiale dell’anno.

La prima ad essere chiamata in causa, Francesca, ha fatto da interprete con le nostre ospiti: un’accoglienza all’insegna della simpatia e della cordialità che ci ha aiutate subito a rompere il ghiaccio.

Dopo un breve riscaldamento diretto da Sandro, grande lezione di regole del Touch a cura di Pier Bea che con un fantastico fraseggio napoletanfrancese, ipnotizza le nostre avversarie, ma solo per poco!

È ora di iniziare le partite e al fischio d’inizio, nonostante le avversarie si siano dovute adattare alle nostre regole (ripetute più volte nel corso dei match dal nostro arbitro), dimostrano subito un bel gioco e ci danno filo da torcere.

Come spesso accade ci mettiamo un po’ ad entrare in partita, spesso rientriamo con affanno dal fuorigioco segnato dai guardalinee, ma ce la mettiamo tutta e cerchiamo di migliorare le nostre prestazioni di minuto in minuto.

Con qualche bella giocata e altre migliorabili, arriviamo al fischio finale, felici di aver dato il massimo e anche di aver avuto delle avversarie corrette e sportive come noi.

Com’è vero che lo sport azzera le distanze e nello spirito dello sport, del rugby in particolare, si possono fare grandi cose! E qui la mente rimbalza dal Mixar, al progetto Una Meta per crescere (con l’Associazione Italiana Persone Down), agli amici dell’AVIS che anche quest’anno saranno ospiti del Club a novembre.

Mentre ci avviciniamo alle docce, il torneo Piva entra nel vivo tra musica, inni e qualche punto di sutura! (Grazie a Davina Bartoli, il nostro medico di campo!)

Finite le partite, inizia il terzo tempo: la musica aumenta di volume, inizia a scorrere la birra e arrivano pentoloni di pasta e salsicce. Un intervallo solenne per il ricordo di Paolo Piva e la premiazione, poi l’atmosfera si scalda ancora di più: bella, allegra. Tutto intorno il Club si riempie di bambini: inizia l’open day e la festa si allarga.

Questo è il nostro Club: una coralità che ti fa pensare alla famiglia, al fatto che ognuno metta il meglio di sè al servizio degli altri e qualsiasi acciacco, preoccupazione, difficoltà, possa diventare più leggero se condiviso con gli amici veri.
I francesi si avvicinano al nostro DJ ed inizia una musica nuova (peña baiona dell’Aviron Bayonnais rugby), ed eccoli tutti in fila seduti in terra a passarsi allegramente sulla testa una persona dietro l’altra: uomini, omoni, donne e bambini…il peso condiviso.

Il regalo più prezioso di questa giornata è aver saputo trasmettere a tutti i presenti i nostri valori ed il calore avvolgente del nostro Club, questo si portano a casa i nostri amici dell’Aviron Boyonnais e delle Shark Irah, grati della nostra ospitalità.

Roberta Righini

Torna in alto