Che tornare in campo dopo tre mesi sarebbe stato complesso lo si sapeva, che la partita con la Lazio sarebbe stato un banco di prova durissimo anche. Ma il girone Elite del campionato Under 19 è iniziato sotto un buon auspicio. E’ finita 20-13 per i capitolini con il risultato in bilico fino alla fine. Ha vinto la squadra che è restata più concentrata, che ha sbagliato meno. In un match così importante e teso alla fine la differenza la fanno i particolari, la precisione di un passaggio, una touche rubata nel momento più importante della partita, la competenza nei placcaggi e la supremazia in mischia chiusa nonostante la differenza di stazza fra i due pacchetti.
Tecnica e tattica, certo, ma anche e soprattutto la voglia di conquistare ogni pallone, di essere efficaci nei punti di incontro senza commettere troppi falli, di sfruttare i palloni a disposizione. E qui meglio l’organizzazione degli avanti che quella dei tre-quarti con alcuni bei lanci di gioco inficiati dalla violenza di un passaggio che faceva schizzare la palla in avanti o dalla non precisa scelta delle linee di corsa. Da rivedere anche l’uso del gioco al piede. Merito anche agli avversari di aver saputo chiudere quasi ogni varco che si presentava. E’ vero però che quando le linee di attacco erano indovinate, quando ci si trovava a giocare dietro le spalle dei difensori le cose si facevano più semplici. Come in occasione della prima meta urchina dove un buco centrale dava vita a un attacco profondo con riciclo interno su Coletti che schiacciava. Si era sul 3-3, un calcio per parte, dopo il vantaggio biancoceleste il pari siglato da Nobili. La meta di Coletti era l’allungo che metteva i nostri sul piede avanzante anche se l’indisciplina riportava sotto la Lazio con un piazzato allo scadere. 8-6.
A inizio ripresa dal primo sfruttamento in profondità di un penalty con bella touche nei 22 avversari, l’azione che permetteva la seconda meta. Bella combinazione di pick and go degli avanti e, dopo aver fiaccato la difesa, apertura sul lato chiuso e meta in tuffo alla bandierina di Simoncelli. 13-6.
Ma la Lazio non ci stava e da un perfetto calcio a seguire dietro l’estremo, complici un rimbalzo fortunato e un bel sostegno, veniva la meta del pareggio (preciso il calcio di trasformazione nonostante la posizione angolata). 13-13 e qui è venuta fuori la determinazione capitolina a conquistare la vittoria. Il ritorno in campo dopo mesi e mesi di Luca Tarantini, andato in regia dietro il pack con Mastrangelo spostato a 10 e Nobili estremo, metteva in difficoltà la Lazio con alcuni calci nel box. La pressione faceva il resto, schiacciati sulla propria linea di meta i laziali nulla potevano su una raccolta in tuffo di Ferrari. Questa volta Nobili centrava i pali con la trasformazione, 13-20. Ma la partita non era ancora chiusa. E qui, la differenza l’ha fatta un magia di Magnini. Ultimo minuto, biancocelesti con touche in attacco poco fuori i 22, potrebbe essere una ottima base per un lancio di gioco al largo, ma la seconda linea capitolina, salta a sorpresa davanti all’avversario e ruba tempo e pallone, lo prende Esposito che si lancia in un ultimo attacco alla ricerca della meta del bonus, ma i laziali riescono a fermarlo, palla dietro, calcio in touche e fischio finale. Una bella partita grazie anche all’arbitro di Top 10 Chirnoaga la cui autorevolezza ha tenuto le squadre nei binari della correttezza. Da segnalare fra l’altro il positivo rientro in campo di Victor Galusca dopo il brutto incidente in moto di alcuni mesi fa.