Natale ovale tra tradizione e goliardia. 

NATALE OVALE TRA TRADIZIONE E GOLIARDIA

All’interno del variegato “microcosmo capitolino”, la cena di Natale delle squadre agonistiche merita un racconto per diverse ragioni: un’atmosfera magica, scenografica, con vista sui campi da Rugby avvolti nella luce azzurra di Dicembre, un appuntamento sentito, un raduno di atleti esperti, di identità acerbe e rispettivi mentori, legati dalla stessa passione. “E’ ormai un appuntamento fisso, quasi sacro per tutto il gruppo Seniores, Under 18 compresa” racconta Giulio Rampa, Capitano della Prima Squadra e Consigliere del Club: “nasce 10 anni fa quasi per gioco, con la volontà di creare un momento intimo per le squadre, a metà strada tra il formalismo di una cena di gala e il divertimento che caratterizza questi momenti aggreganti. Parafrasando il discorso di quest’anno del Presidente Giorgio Vaccaro, sembrava utopia riuscire a vedere tutti i partecipanti in abito elegante dopo l’allenamento, ora è la regola, segno che la perseveranza nel voler trasmettere valori paga, fuori e dentro il campo.”

Rampa parla di un evento ormai “collaudato”, con tempi scanditi in maniera definita: apre il Presidente Giorgio Vaccaro col suo discorso in Club House a tutta l’Under 16.  Ripercorre, in quel luogo carico di storia, le vicende del Club, i suoi valori, la mission; dà voce ai trofei vinti, alle maglie capitoline dal ‘96, a quelle dei giocatori cresciuti nel Club che hanno esordito con la Nazionale maggiore, ai crest, alle cravatte; preziosa la nicchia in memoria del pilone irlandese dell’URC Brendan Lynch, scomparso mentre era ancora in attività. È il momento di spostarsi al Blu, sponsor del Club che da sempre presta gentilmente il suo open space: la cena ha inizio. Apre la serata il Presidente con i saluti. Quest’anno un’attenzione particolare a due simboli capitolini: Carlo Vannini e Pietro Manozzi, che nella partita di domenica scorsa del IXV, hanno raggiunto rispettivamente  150 e 100 presenze con la maglia della Prima Squadra.

Si prosegue con la consegna delle cravatte agli atleti maggiorenni Under 18 e ai nuovi arrivi del gruppo Seniores: un omaggio anche alle atlete della femminile, in attesa di trovarne uno all’altezza, speculare all’ambita cravatta.

Accessorio dal fascino intrinseco, la cravatta contraddistingue ogni socio nel contesto capitolino. Consegnata rigorosamente dal compimento del 18esimo anno di età, conferisce una “responsabilità” a chi la indossa: diventare ambasciatore del Club, dei principi che tramanda nel tempo; la si porta non a caso in occasioni uniche: una laurea, un matrimonio, un colloquio di lavoro importante. Al termine della consegna si mangia e si beve tutti insieme, in attesa dell’esilarante momento dei regali che ognuno con porta con sé e scambierà alla cieca con i compagni. Sono ragazzi sportivi ed eleganti, a modo, divertenti, svegli quanto basta da concedersi completamente un autentico e meritato break, un momento di puro delirio goliardico.

Ogni anno, subito prima di iniziare, come ci racconta la seconda linea della Prima Squadra Livio Belcastro, vengono chiamate le ragazze della femminile e i nuovi arrivati del gruppo seniores, presi in giro tra canti, poesie e frasi incomprensibili all’orecchio di un esterno. Tra le carte scartate si aggira compiaciuto un giocatore, fasciato in un vestito da principessa di una decina di taglie inferiori alla sua. “È un momento che piace a tutti” commenta Livio “è bello ritrovarsi insieme con il Presidente, i dirigenti, gli allenatori, in un contesto diverso dal campo”.

Conclude con parole commoventi Giulio Rampa: “Spesso si associa la squadra ad una famiglia. Tutti noi giochiamo esclusivamente per passione, ci barcameniamo tra mille impegni e il tempo speso con i compagni di squadra è prettamente “sportivo”: la cena di Natale consente di consolidare il gruppo, conoscerci meglio fuori dal campo e ritrovarsi con la famiglia che ciascuno di noi ha scelto”.

Maria Palombella

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