Primavera

Non piove, e questa è già una notizia, ma la giornata è stata veramente splendida. Un caldo sole ha fatto da cornice al raggruppamento svolto al campo Franciosini. Le squadre si sono presentate puntuali sul campo da gioco: tre del Frascati, due della Primavera, due del Villa Pamphili e ovviamente le due nostre compagini.
Ottima l’organizzazione che ha permesso di procedere spediti, cosa non scontata. Entrambe le squadre hanno interpretato al meglio i principi di gioco trattati durante la settimana e con lo stesso spirito giocoso che ha permesso di divertirsi giocando!!!
Unico neo la perdita di tranquillità all’ultima partita per presunti torti arbitrali, per i quali è stato prontamente ricordato che l’arbitro fa parte del gioco ed è assoluto giudice della partita a cui va portato rispetto anche e soprattutto se fa un piccolo errore… Ma dopo la doccia e una bella e buona mangiata, tutto è rientrato… E subito si sono buttati sul pallone… questa volta rotondo!!!!
Grazie ai dirigenti, che come sempre sono un insostituibile supporto alla struttura organizzativa Capitolina, e ai genitori per il tifo efficace ma composto!!!
Un “Bravi” a tutti i bambini che hanno partecipato e partecipano sempre con gioia a questi avvenimenti: sono il nostro orgoglio!!!
Gionata Venturini
Viterbo

Domenica scorsa 17 febbraio, Viterbo ha accolto i nostri urchini alle dieci del mattino per un nuovo raggruppamento; il campo Sandro Quatrini è situato in un’area priva di memoria storica ma destinata a diversi impianti sportivi. Troneggiano in lontananza i monti Cimini con la Faggeta, il loro profilo viola è evidente dalla club house sin dal primo caffè.
Da un osservatore esterno, i raggruppamenti potrebbero dirsi non molto diversi l’uno dall’altro, almeno da sintetizzare in una cronaca: ma lo sono , sono microcosmi vivi, con un loro ecosistema che cambia a seconda dello spirito in campo, del contesto sportivo, dei colori circostanti, del clima, delle persone che si attivano allo scopo di far in modo che funzioni, e naturalmente, del caso.
Gli urchini scendono in campo, eleganti nei loro colori di rappresentanza: si riconoscono e si aggrovigliano sull’erba per gioco incuranti di chi guarda.
Inizia il riscaldamento: guidati da Livio, dalla spiccata attitudine a combinare sorriso e disciplina, in una manciata di secondi sono in fila, dritti sul loro metro e mezzo circa. Si spingono a coppie uno di fronte all’altro, sporgendo i gomiti verso l’esterno, puntano i piedi a terra coi calzettoni ben tesi per prevalere sul compagno, svolgono rapidi il “ragnetto” camminando sulle mani, si radunano infine abbracciati per le preziose indicazioni pre partita.
Ne giocano quattro: si confrontano con gli amici di Tuscia Rugby, Nuova Rugby Roma e Union Viterbo, tre partite del girone e la finale.
A metà mattinata due match contro gli amici della Nuova Rugby Roma regalano mezz’ora di notevole spettacolo.
Una variabile interessante è certo nell’occhio dell’adulto a bordo campo, educato gradualmente a riconoscere la bellezza di ciò che accade fuori e dentro il campo: la sincronia di un passaggio, la smorfia di divertimento o di soddisfazione di un figlio, persino la “condotta” del pallone ovale, ribelle per natura, e l’ardire di chi gioca a sperimentarne la padronanza in velocità.
Il terzo tempo trascorre in un clima particolarmente rilassato e accogliente, la signora Caterina distribuisce dolcetti etruschi fatti in casa: alla titubanza di un bambino di fronte ad una ciambella irregolare si oppone l’antica saggezza di un nonno viterbese, invitandolo a mangiare perché “un sacco vuoto non si regge in piedi”.
I segnali di stanchezza degli urchini giungono puntuali: una danza scomposta con sguardo inespressivo, il tentativo di usare un filo d’erba per legare le labbra arricciate in avanti, una fuga segreta sotto il tavolo della club house e la finta disperazione per un prezioso sasso smarrito.
La giornata di sport è finita, con un grazie speciale a Danilo, dirigente accompagnatore, e agli organizzatori del raggruppamento.
Maria Palombella