Toccati: Un doppio impegno speciale

Toccati a Rebibbia 

Ho avuto l’onore di essere il Capitano in campo dei Toccati al torneo di Touch organizzato all’interno del carcere di Rebibbia dai Bisonti Rugby Rebibbia, dalla LITR e dalla FIR. 

Il torneo, della serie Rugby per Tutti, si inserisce nel programma di reinserimento dei detenuti una volta scontata la pena.

Partecipano insieme alla nostra squadra l’US Roma e due squadre dei Bisonti Rebibbia.

Sinceramente l’aspetto tecnico e i risultati in una giornata come questa non hanno grande importanza (non ricordo i tabellini delle partite…) e lasciano spazio al vero ed anche unico obiettivo dell’iniziativa: accompagnare chi ha commesso degli errori per i quali sta scontando una pena nel percorso riabilitativo e di reintegrazione nella società. In questo lo sport in generale ed il Rugby in particolare sono uno strumento fantastico perché l’impegno sportivo, la condivisione di spazi, fatica, gioie, risate e, perché no, anche arrabbiature trasmettono ai praticanti quei valori universali di solidarietà, amicizia, sostegno e tolleranza che sono la base del vita civile. 

I ragazzi di Rebibbia stanno mettendo nella pratica del Rugby tanto entusiasmo e, ben allenati, dimostrano sin dalle prime battute di essere Squadra e di aver ben compreso le basi morali dello sport, lealtà, amicizia, sostegno e la disciplina.

Le partite scivolano via tra una meta, un intercetto, un buco ed uno scivolone in un clima via via che passavano i minuti sempre più goliardico e sempre più inclusivo 

È bastato giocare insieme 5 minuti per scoprirsi amici e molto bella la battuta del Capitano di Bisonti 1 che a fine partita mi dice: “ora capisco perché si dice che nel rugby si gioca CON qualcuno non CONTRO …” 

Le squadre si mischiano in campo e soprattutto sulla linea laterale e ci si scambiano consigli tecnici: “che mi spieghi come si fa la Freccia…?” battute e sfottò in un crescendo di familiarità cercata da tutte le squadre in campo e, come detto, fuori. 

Lo spirito è quello giusto e così si accettano gli errori dei compagni e degli avversari e ancor di più quelli degli arbitri. 

Per un’oretta buona non sono esistiti il carcere, i muri e la privazione della libertà, ma ci sono state solo la voglia di giocare, di impegnarsi e di divertirsi e sopratutto di sentirsi, anzi essere, tutti uguali. 

Bellissima la partita di Rugby a contatto tra due formazioni di Bisonti: ci hanno fatto assistere ad un buon gioco divertente e disciplinato con tre quattro individualità di tutto rispetto. 

Fantastici gli ultimi 5 minuti di gioco con le squadre mischiate e pronte a sperimentare sul campo  l’amicizia e l’intesa nate in questa mattina di sole 

Non poteva mancare il terzo tempo, storicamente IL momento di aggregazione per eccellenza e splendida è stata l’ospitalità dei Bisonti. Purtroppo il tempo scorre via troppo veloce tra una battuta e le nostre immancabili gaffes che i ragazzi dei Bisonti accolgono sempre con una gran risata, le regole della Casa Circondariale sono precise e ci salutiamo con abbracci sinceri, l’immancabile corridoio ed un pizzico di commozione, ma sopratutto con l’impegno di rivederci di nuovo in campo. 

Davvero grazie a tutti coloro che hanno reso possibile questa mattinata e complimenti per il fantastico lavoro che stanno svolgendo con gli amici a Rebibbia; lo sport è essenziale nel percorso che stanno facendo per il reinserimento nella società e i valori del Rugby aiuteranno i ragazzi nel loro futuro.

A presto

Pier Francesco Carpitelli

‘Toccate’ e Wild Heels 

E’ una di quelle splendide giornate di sole che Roma ci regala, e ci troviamo all’Unione Rugby Capitolina, come ogni sabato mattina. Il nostro appuntamento settimanale diurno di allenamento: si gioca a touchè, uomini e donne, formazione mista. Ma oggi, eccezionalmente, il gruppo si separa, gli uomini impegnati fuori casa, noi donne liete di ospitare le Wild Heels. Una squadra romana tutta al femminile, che frequenta i campi da Rugby, con altrettanta voglia di giocare e divertirsi.

Ci raduniamo nello spogliatoio, parole scambiate, sorrisi ricambiati, in attesa di essere al completo. Elettrizzate, accogliamo le nostre ospiti. 

In campo, gli istruttori ci attendono. Flavio Favale e Livio Raimondo pronti a dirigerci. Alcuni giri di corsa, per cominciare. Andature diversificate si intrecciano. Riscaldamento dunque, necessario all’attivazione: serie di esercizi propedeutici agli scatti e ai cambi di direzione, a cui non ci si può sottrarre in partita.

Segue l’allungamento, pochi minuti dedicati al defaticamento muscolare.

Tecniche di gioco, il focus è sui passaggi. Distribuite su due linee parallele, una palla a testa, affidiamo il lavoro alla manualità. Sul posto, rimbalzare la palla da una mano all’altra, sollecitando al massimo i polpastrelli.  

Scelta una compagna di fronte, ci dedichiamo al passaggio, “one to one”. Il braccio accompagna il lancio orientandone la direzione. Per chi riceve il pallone, le mani a bersaglio. 

Un binario animato di ovali in volo.

Il tempo fugge, iniziamo a giocare. Partita a tutto campo, sfumature blu e amaranto mescolate a tinte non uniformate. Livio arbitra il nostro gioco. Flavio lo corregge appena, ci apprezza. 

Non ci risparmiamo, trascinate dall’euforia. E meta sia! Diverse palle perse, peccato. E il fuori gioco, mannaggia, anche quello è da rivedere. Per il resto, un pieno di assoluto divertimento.

Liberiamo il campo. La doccia è rimandata, dirette verso la Club House per condividere un rapido terzo tempo. Pizza bianca, mortadella, taralli, plumcake, frappe, succhi di frutta, tisane apparecchiati su una elegante tovaglia di raso blu e tovaglioli rossi di carta a contrasto.

Sparpagliate intorno al buffet chiacchieriamo, rilassate, entusiaste delle ore trascorse insieme, con la piacevole compagnia delle Wildheels, che ringraziamo di essere state con noi. Misurarsi con altre realtà fa bene, arricchisce, è così.

E un grazie speciale a Flavio e a Livio per la loro disponibilità.

La doccia prima di andare via. Occupiamo lo spogliatoio, custode di piccole e grandi emozioni.

                                                     Angelica Agosta

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