TEAM BUILDING U.10

TEAM BUILDING U.10

“Ma una domanda, perché le mamme ci hanno fatto gli zaini così pesanti?”

Ecco il candore di un U.10, avendo ormai alle spalle il Monte Pellecchia ma con ancora la fatica nelle gambe e, soprattutto nella mente.

La fatica, un elemento fondamentale per chi ha deciso di fare sport e il rugby in particolare e per arrivare al risultato. Per questo, è da qualche anno che abbiniamo montagna e divertimento, rispetto per la natura e rispetto delle regole del gruppo.

E il gruppo questa volta è stato veramente numeroso, quarantadue bambini e quattro tecnici che da Monteflavio si sono snodati lentamente sui sentieri dei Monti Lucretili fino alla struttura dei Soggiorni S. Michele, dalla provincia di Roma a quella di Rieti, dodici chilometri in cui in tutti ha prevalso la voglia di affrontare una bella esperienza e arrivare alla meta insieme, esattamente il rugby.

Dal “quando arriviamo?” siamo passati alla consapevolezza di fare delle tappe non a caso ma in corrispondenza di un passo o di un bivio, al bere in modo programmato e a piccoli sorsi. Ancora dobbiamo lavorare per non tappezzare il bosco di rifiuti in occasione delle nostre soste e per non rispondere “non è mia!” all’invito di raccogliere una bottiglietta di plastica. Ma ci arriveremo. Nel cammino, il conoscerci, il cogliere dei particolari, il cantare insieme per vincere un momento critico ed essere ripagati dall’osservare sopra le nostre teste il volo maestoso dell’aquila reale. E poi la meta, il fontanile delle Pratarelle e dopo cinque minuti il S. Michele. Il tempo di prendere possesso del proprio letto in camerata, di gettare alle spalle la stanchezza ed eccoci a giocare insieme a calcio balilla e a scorazzare aspettando la cena. Una serie di problemi da risolvere e presto, l’abitudine di urlare per qualsiasi cosa, di correre per sedersi, di non saper ascoltare le indicazioni dei “grandi” ma l’eccitazione eccessiva talvolta supera qualsiasi buonsenso e allora ecco spiegata una delle notti più difficili da annoverare nelle trasferte, una notte da “a da passa’ a nuttata”.

E poi la domenica, i genitori con vettovaglie per quarantadue bambini alla seconda – per un esercito in pratica – i giochi per i grandi, molto partecipati e graditi, la passeggiata insieme tra i cavalli al pascolo, il pranzo sotto i tigli e, come detto, la degustazione di ogni prelibatezza. Il tempo scorre in allegria e serenità. Il gruppo, dai bambini ai genitori, in questa “due giorni” ha rafforzato le sue fondamenta, il nuovo biennio ha altri ha altri nove mesi per portare avanti l’opera.

Lo staff

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