Stanza Ovale. Oggi: ”Doc lascia sta’…”

12 Maggio 2016

STANZA OVALE. CONSIGLI E APPROFONDIMENTI A BORDO CAMPO

E’ iniziata nel 1999, si allora iniziava la mia storia con il rugby.
Campionato Europeo di rugby femminile , ricordo solo che correvo , correvo dovunque ci fosse un punto di incontro ( allora non sapevo che si chiamasse così ) ma io ero alla prima esperienza come medico della Nazionale e non capivo nulla di cosa succedesse in campo, così correvo, correvo temendo di non essere in grado di arrivare in tempo ad aiutare i giocatori. Mano mano che gli anni passavano io ero sempre lì , “avanzata di grado” a seguire anche le Squadre maschili , e così piano piano ho imparato “persino” le regole del rugby. Ho seguito ore ed ore di riunioni tecniche con tutti gli allenatori d’Italia…..mi sono seduta tante volte per decidere se un giocatore fosse nella condizione di giocare o meno …..con il dubbio di essere lì a “ togliere” qualcosa ad un giocatore / giocatrice non consentendogli di essere in campo e non a tutelarlo. Ho avuto la fortuna di lavorare con grandi allenatori caparbi come Andrea Cococcetta, illuminati come Massimo Mascioletti, folli come Gianluca Guidi con ognuno di loro ho appreso una peculiarità del rugby, ho capito cosa significa lavorare duro fino a portare una squadra ad aprire le porte di Twickenam…..il cuore va a mille quando sei dietro quella porta con la rosa d’Inghilterra disegnata, indipendentemente dal “ruolo” che ricopri nella squadra. Ho pianto alle consegna delle maglie, ho gioito per le vittorie , ho cercato di aiutare la squadra dopo una sconfitta….ma una cosa ho sempre avuto chiara, chi entra in uno spogliatoio di rugby in qualsiasi posizione si trovi atleta, tecnico, medico,preparatore, mamma o papà di un giocatore non scorderà mai quell’indistinguibile odore di fango e sudore che racchiude tante tante emozioni.
Poi per caso mi ritrovo a “ provare” a giocare….per tutti gli anni in cui mi sono trovata a bordo campo come medico neanche un passaggio di palla avevo fatto. Le ragazze della Nazionale mi prendevano in giro …”Doc lascia sta’ non e’ per te….pensa a mettere i punti , alla palla ci pensiamo noi…..”. Ora quando il sabato mattina mi preparo per venire al campo un sorriso mi sale dalla pancia, penso alle infinite volte in cui in tutti quegli anni avrei voluto entrare in campo per “aiutarle/li “ perché e’ questo che fa il rugby ti fa davvero sentire parte di una squadra.
Qualche giorno fa una delle ex giocatrici della nazionale quando ha saputo della “nostra avventura di mamme” mi ha detto “ tra di noi lo dicevamo sempre che avresti potuto giocare a rugby” …. Questa volta sono io che non Le ho detto …..”siete stati tutti voi atlete/ti che mi avete insegnato cosa si può fare con una palla ovale in mano”?

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