Primo raggruppamento stagionale per gli urchini under6 e per alcuni di loro primo in assoluto.
Al campo “Gelsomini” delle Fiamme Oro il clima è brioso, accogliente e a misura di bambino.
Quattordici bimbi si presentano in campo per suddividersi in due squadrette, la voglia di giocare è tanta e gli animi sono surriscaldati.
Anche se ancora non conoscono bene il significato di essere una Squadra, trovarsi uniti ai compagni con la stessa maglia addosso infonde in loro il seme dell’appartenenza, anche se sono inevitabilmente slegati ed egocentrici iniziano a percepire l’estensione della propria personalità, iniziano a fare i primi passi verso una nuova dimensione: la collettività. E questo passaggio a volte fa paura.
Fa paura perché vuol dire esplorare un terreno sconosciuto, al di fuori delle abitudini rassicuranti che hanno imparato a gestire, vuol dire conoscere ed accettare le differenze tra se stessi e l’altro, accettare di condividere o addirittura lasciare completamente il protagonismo ad altre persone.
Un passaggio molto delicato e importante nella loro crescita.
Per loro fortuna scopriranno di avere compagni che provano le stesse paure, che cadranno e si rialzeranno insieme a loro, piangeranno sugli stessi lividi, impareranno a sostenerli ed andare avanti.
E arriveranno, oltre le loro paure, arriveranno.
Osserviamo lo svolgersi delle partite, tra una corsa all’impazzata ed un placcaggio le ore volano, le loro faccine assumono tutte le possibili espressioni tra sforzo e divertimento, fino al momento del terzo tempo dove l’espressione comune è quella del lupo della steppa che trova la preda dopo mesi di digiuno.
La mattinata si conclude tra hot dog, biscotti e un vago senso di aver messo un sassolino nel bagaglio della crescita.
Ringraziamo lo sSaff che ci ha supportato, gli accompagnatori Francesco e Sean, i genitori a bordo campo (anch’essi iniziano a scoprire il rugby style) e tutta l’ottima organizzazione del club Fiamme Oro.
Al prossimo step!
fArrivare e non aver paura, questa è la meta ultima dell’uomo.(Italo Calvino)
Flavio Favale