Come ormai abitudine da qualche anno a questa parte, durante il torneo delle sei nazioni ed in occasione degli incontri casalinghi dell’Italia, i Senatori della Capitolina hanno il piacere di ospitare una squadra connazionale di quella che incontra gli Azzurri all’Olimpico. Questa volta, in occasione di Italia Francia, è toccato alla squadra del Loisir Olympique Club HEC (LOCH), proveniente dai dintorni di Tolosa, nel sud della Francia.
Ovviamente il potersi confrontare con compagini d’oltralpe costituisce per i Senatori uno stimolo in più e, complice anche le previsioni meteo favorevoli e nonostante i tempi ristretti che hanno compresso l’evento, la partecipazione Capitolina è stata, come al solito, numerosa.
Ciò detto, l’appuntamento è stato fissato per le 08.45 al campo, con calcio d’inizio alle 09.45 di sabato 11 marzo. Tutto questo per permettere, a chi aveva il biglietto, di recarsi allo stadio con un certo margine di anticipo.
Detto fatto, si arriva alla spicciolata alla Capitolina, e c’è chi si cambia e comincia a scaldarsi, e chi invece se la prende un po’ più comoda, in attesa degli ospiti. Ospiti che arrivano in pullman, e con il pullman arriva la prima sorpresa.
Ovviamente non si aspettavano gli epigoni di Asterix ed Obelix (che per inciso erano bretoni), ma almeno qualche pancetta da bevitore di birra combinata con fisici non esattamente tiratissimi. Invece quello che sbarca dal torpedone lascia basito più di un Senatore: un gruppo di baldi ragazzotti la cui età media non supera i venticinque anni. Insomma (senza offesa, ovviamente) quella che si palesava pareva più una partita padri (ed in alcuni casi, nonni…) contro figli, che non un confronto tra due squadre di pari categoria.
Ovviamente gli sguardi si incrociano tra i senatori, ed ognuno elabora le più svariate teorie. Qualcuno ha supposto che la barriera linguistica abbia fatto travisare ai transalpini la natura della squadra capitolina, altri hanno ipotizzato che le tempeste di vento solare, combinate con un ponte di Einstein-Rosen, abbiano causato un wormhole nel continuum spazio temporale che ha ringiovanito quella che alla partenza era una compagine di allegri ma acciaccati cinquantenni…
Altri ancora, la maggior parte in verità, hanno reagito scrollando le spalle e proferendo un romanissimo “ecchissene basta che se gioca…”.
Quindi, si gioca. Squadre in campo, con i francesi decisamente più leggeri e mobili, mentre i Senatori appaiono meno manovrieri ma più efficaci con la cavalleria pesante degli avanti che danno, in alcuni casi, anche una ventina di kg ai rispettivi pari ruolo.
E infatti la partita si svolge secondo temi facilmente intuibili, con il LOCH che predilige le azioni manovrate dove può far valere la propria maggior vivacità e freschezza, mentre i Senatori optano per azioni di pick and drive, oppure con ripartenze alla mano che portano quasi sempre oltre la linea del vantaggio. Ovviamente finché la palla rimane nelle mani dei Senatori, la fatica degli avanti porta dei risultati, ma come viene aperta oppure peggio passa nelle mani dei francesi, la differenza diventa, come era prevedibile, abissale.
E questo nonostante la generosità dei tre quarti che in alcuni casi hanno compiuto dei salvataggi al limite del verosimile.
La partita vola via senza intoppi, si fanno quattro tempi da 20 minuti per far giocare tutti, ed il risultato finale, per quello che può valere, marca un 7 a 3 per i transalpini. Insomma, una sconfitta ma non una debacle come forse ci si sarebbe aspettati visto il divario generazionale.
Alla fine, come al solito, doccia e terzo tempo. Anche questa volta apprezzato dagli ospiti, che non hanno fatto complimenti nel gustare sia le lasagne che gli altri piatti presenti sui deschi. Il tutto ovviamente con accompagnamento di generosi bicchieri di birra. A tale proposito, grazie Gianluca per il pasticcio di pasta, veramente delizioso.
Durante il terzo tempo vi è stato anche lo scambio dei regali, con il buon Alberto Magni che, forte del suo fluente francese, ha fatto gli onori di casa.
In ultimo due appunti: il primo, sottolineare la estrema correttezza, il fair play e la maturità della giovane squadra ospite. È stata una partita estremamente piacevole, intensa e divertente per tutti, e soprattutto non si è sentita (almeno da parte francese) volare una mosca anche quando l’arbitro (un grazie a Paolo Pappalardo che si è prestato alla bisogna), prendeva delle decisioni che graziavano i senatori da un passivo ancora più pesante.
Il secondo è relativo ad una strana sindrome che sembra colpire i partenopei, di qualunque sport si tratti. A premessa di tutto occorre specificare come la maglia del LOCH fosse a strisce bianconere (orizzontali). Ora questo ha provocato in un ben identificato “senatore partenopeo” una sorta di “sindrome da persecuzione arbitrale”, nel senso che questi a metà del gioco ha cominciato a lamentarsi di alcune decisioni dell’arbitro e soprattutto del fatto che “il rigore assolutamente non c’era”…
Ora, ognuno di noi tragga le proprie conclusioni, ma evidentemente come un toro quando vede rosso carica, un “ciuccio” quando vede bianconero si lamenta dell’arbitro. A prescindere.