Partecipare ad un torneo di questo livello – quaranta squadre – dà l’opportunità di confrontarsi con altre realtà nazionali e anche estere, il Perpignan. E ancora una volta la Capitolina si trova di fronte ad alchimie tecnico-tattiche che mettono in crisi i nostri giocatori.
Il nostro rebus giornaliero, ha il nome del Piazzola, squadra dell’hinterland padovano che, da calcio di punizione, si univa al più grosso dei suoi e dava vita ad un raggruppato penetrante, letale per noi. Ma facciamo un passo indietro.
Arriviamo a Padova consapevoli che il nostro girone iniziale con Parma, Paese, Roccia Rubano e Perpignan sia molto stimolante e l’opportunità, se superato da prima, di accedere alla fascia delle prime otto. Ma il passaporto ce lo deve concedere il Parma, squadra che abbiamo incontrato già due volte quest’anno. E con gli emiliani sappiamo che non è facile essendo, loro, un gruppo che ama giocare e colpire attorno ai punti di incontro. E, nonostante, la nostra attenzione delle ultime due settimane sia stata focalizzata proprio su questo, è lì che concediamo due regali nei primi tre minuti, troppo in partite da dieci.
I nostri sforzi producevano solo una meta e la consapevolezza di essere partiti in salita da cima Coppi.
Con Paese, squadra massiccia, ci ricordiamo come si pressa e come si attacca, uno a zero, con Roccia diamo vita alla nostra fantasia offensiva, con Perpignan liberiamo il nostro attaccamento alla maglia domando una squadra molto scorbutica.
Secondi, quindi, con già quaranta minuti nelle gambe e il Piazzola a frapporsi al titolo di migliore delle seconde.
Ma non avevamo calcolato la tattica dei padovani e il loro desiderio di vincere a dispetto di una comprensione di gioco che indurrebbe a giocare diversamente, come proviamo a farlo noi.
La delusione cocente, lentamente sfuma durante il pranzo, ennesima prova che il Petrarca dà della sua capacità organizzativa in un torneo esempio di come si fanno le cose, bene!
Nelle ultime due partite ecco la Capitolina che conosciamo, concentrata, competente, divertente.
Valsugana e Tarvisium sembrano vittime sacrificali, noi la squadra che abbiamo plasmato con pazienza e che dimostra di giocare in base alla situazione e senza strutture preordinate.
Il tredicesimo posto finale ci va molto stretto ma utile ad aggiungere altri elementi importanti nel bagaglio di esperienza. Adesso ancora quattro appuntamenti, due raggruppamenti e due tornei con l’acuto finale a Firenze per i 2007 e a Verona per i 2006.
Là tireremo le somme.
Grazie, veramente, ai tanti genitori presenti che, con entusiasmo e discrezione hanno seguito e supportato i nostri ragazzi.
Andrea Lijoi