La partita giocatasi giovedì scorso da una selezione capitolina di giocatori del novantanove e del duemila contro dei pari età australiani non è mai stata in discussione.Troppo evidente la disparità fisica messa in campo(la genetica raramente è battibile)dai giocatori del nuovissimo mondo,combinata a un bagaglio tecnico non indifferente hanno consentito all’Aranmore di imporsi per 60 a 5 sui ragazzi di via Flaminia.Ciò nonostante i capitolini non hanno perso l’occasione di dimostrare un coraggio(misto ad incoscienza adolescenziale)da leoni e una totale noncuranza della propria incolumità fisica frapponendosi costantemente tra gli avversari e la propria meta con tutti i mezzi a loro disposizione.Non si trova in tutta la durata della partita un solo giocatore tiratosi indietro dal punto di vista dell’affrontamento,con il sorriso stampato sulla faccia pronti a dare il possibile.Fondamentalmente l’intera prova dei Capitolini non è stata generosa di contenuti tecnici o tattici,ma ha dato spunto agli allenatori ma,più importante, ai giocatori stessi per valutare la propria caratura mentale.Come sempre nelle amichevoli internazionali va segnalata la splendida cornice in cui il terzo tempo si è svolto dove i meno timidi e i più padroneggianti della lingua hanno scambiato due chiacchiere con gli avversari.
Edoardo Scaramuzzino