U12 a Bottacin

Tornare con il titolo di seconda classificata brucia sempre. Ma esser secondi perché l’età media è superiore  a quella dell’altra  finalista, il Modena, fa male.

Se poi consideriamo questa esperienza come aver vissuto l’opportunità di verificare il lavoro da settembre ad oggi, allora il consuntivo è assolutamente positivo, al di là dei risultati.

Il nostro Bottacin è iniziato lontano, con un girone a quattro dove, nell’ordine,  abbiamo incontrato Amatori Milano, Parma e Brescia.

Iniziamo sotto una  pioggia niente male e fa freddo ma i campi sono perfetti, un manto erboso che è un piacere calpestare. I ragazzi sono  carichi e concentrati, l’Amatori si rivela una squadra organizzata ma controlliamo a dovere e sferriamo la zampata vincente. Basta. Il motore gira ma non al massimo dei giri e la prima meta del Parma, nella seconda partita, ci sveglia del tutto. Le nostre tre mete successive ne sono la prova. Il Brescia, nella terza partita, oppone una resistenza fatta di bel gioco ma non è sufficiente. Passiamo per primi e qui comincia il torneo, quattro partite di un’intensità elevatissima e della durata di sette minuti ciascuna. Con Milano la prima, una vecchia conoscenza che regoliamo con grande personalità.

Con il Livorno  la seconda; una battaglia difensiva impreziosita da una nostra meta che ci permette di battere un avversario pericolosissimo. Con gli amici pratesi la terza, l’occasione di giocare a viso aperto da entrambe le parti e di dare vita a belle partite. Superato il Prato, ecco il Varese, nostra bestia nera che neanche questa volta, dopo i precedenti a Noceto e Parma, battiamo. È pareggio,  infatti, dopo che conduciamo per quasi tutto l’incontro per uno a zero. Siamo in finale, comunque. E Varese, rivale diretta per la supremazia in classifica, nel corso del girone fa due pareggi, siamo noi a giocarci il titolo in questo torneo ricco di belle squadre, con Modena.

Finalmente ci rifocilliamo,  con un menu intelligente e ricco: pasta all’olio, prosciutto e parmigiano.

Il freddo e l’umido sono un ricordo, siamo negli spogliatoi e approfittiamo per rilassarci.

Ripensiamo alla nostra progressione mattutina fatta di una difesa dura – magistrale un placcaggio di Andrea Iscaro nella partita con Livorno – ed una particolare attenzione per la chiusura dall’interno.

Ripensiamo ai nostri attacchi, tarpati all’inizio dal pallone viscido ma poi sempre più convincenti grazie ad un possesso spesso avanzante.  Piuttosto,  le pecche le mostriamo  nei punti di incontro dove, talvolta, il sostegno è latitante.

Modena quindi, una squadra interessante, molto. Arriviamo allo scontro consapevoli del fatto che abbiamo meritato e Modena lo stesso. Non si arriva per caso in finale dopo sette partite con sette squadre diverse. Siamo contratti, il pallone modenese viaggia e noi difendiamo come mai oggi, male. Rincorrendo ci salviamo  in extremis ma niente possiamo nell’ennesimo aggiramento. Uno a zero al riposo. Non ci siamo e neanche nella loro seconda meta.  Siamo seduti e incapaci di reagire.

Ma d’incanto ritroviamo noi stessi. Punti di incontro avanzanti ed efficacia offensiva. Siamo noi a giocare, Keyes a finalizzare. Due a due il risultato finale ma la parziale soddisfazione lascia il posto all’amarezza. La differenza età ci penalizza. Modena è la regina di questo Bottacin, meritatamente. Troppo brutti noi nel nostro primo tempo per ambire a vincere. Bellissimi, se consideriamo tutto il torneo con i nostri ragazzi sempre pronti a dare tutto e sicuramente allo stremo delle forze dopo un ciclo molto faticoso iniziato il 20 marzo a Rovigo ma dal consuntivo sicuramente positivo.

Nei momenti che accompagnano la premiazione, il rammarico dei ragazzi nell’essere lì a guardare il Modena alzare la coppa dei primi. Si sa, i ragazzi vogliono vincere e giocare sempre. A noi tecnici il compito di far capire che l’obiettivo principale è impegnarsi per un progetto comune fatto dai diciotto presenti a Padova ma anche da quelli che, non convocati questa volta, faticano allo stesso modo e formano il gruppo della u.12. A noi tecnici il piacere di allenare ma anche quello, non semplicissimo, di fare delle scelte nel comporre la squadra, torneo dopo torneo e partita dopo partita.

Adesso voltiamo pagina, ma neanche un attimo di sosta, domenica si scende nuovamente in campo per un raggruppamento e per divertirci ancora, come sempre.

Andrea Lijoi

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