Intanto un’idea, portare i bambini ad un miniritiro ad Orvinio nel cuore del Parco dei Monti Lucretili, organizzare il soggiorno, il viaggio, le attività da fare, accogliere i genitori la domenica.

Il S.Michele di Orvinio il teatro delle nostre scorribande, una struttura immersa nel verde, molto essenziale come deve essere un sito posto sul Cammino di S. Benedetto.
I protagonisti 38 bambini che, saliti a Ponte Mammolo su una vettura esclusiva messa a disposizione dal COTRAL, sono arrivati a destinazione mettendo alla prova un ignaro conducente di bus di linea.
Dopo una visita al forno locale, un buco che sforna la pizza e le ciambelline più buone del mondo, ecco il tour del paese attraverso la sua porta d’accesso, un arco a tutto sesto medievale.
Il paese, lastricato della pietra calcarea locale, un piccolo gioiello, tanto da essere annotato tra i borghi più belli d’Italia.
Dopo una foto, il cammino per oltre tre chilometri sulla Licinese con lo zaino in spalla.
Oltre alle cose personali, gli ingredienti per la cena distribuiti sulle spalle di tutti.

Dopo una bella salita tra le colline, eccoci all’altopiano delle Pratarelle, un incanto dove cavalli e mucche pascolano in libertà e dove un fontanile ci ha permesso di dissetarci. Arrivati a destinazione, il pranzo al sacco, il prendere possesso delle camerate (“sembra un carcere!”, qualcuno ha esclamato) e poi un pomeriggio di tantissimo divertimento con tiro alla fune, acchiappa la coda, corsa dei sacchi e l’immancabile calcetto.
All’imbrunire, per qualcuno la doccia, un optional per altri, e poi la sfida a bigliardino mentre lo chef metteva insieme ciò che era negli zaini dei bambini, sei kg di pasta, quattro kg di carne macinata, sei bottiglie di pomodoro passato, sei etti di parmigiano grattugiato per una monumentale pasta al ragù.
Grande festa a tavola per un gruppo che definire eccitato è riduttivo.
La stanchezza, tanta, ci porta a prendere possesso dei letti a castello ma il sonno, in una situazione del genere, tarda a venire.
E allora la ronda tra i letti tacitando i più scalmanati finché Morfeo non ha la meglio.
Notte tranquilla ma risveglio forzato alle 6 per tanti in una mattina, ancora al buio, tra urla eccitate.
Il risveglio muscolare in giardino una conseguenza inevitabile, chi in ciabatte, chi a piedi nudi, chi in mutande, chi in pigiama: una eterogeneità molto pittoresca!
Infreddoliti ma tonici – otto i gradi – siamo di nuovo a letto per poltrire fino alle 7,30, un orario più rispettabile.
Alle 8,15 la Signora Simonetta, padrona di casa, ci serve la colazione, molto ricca, per mettere d’accordo tutti.
E alle nove i primi genitori, veramente tanti alla fine, che orchestrati perfettamente hanno colmato di cibarie la cucina.
Intanto la giornata si fa mite, illuminata da un bel sole spettatore dei giochi per i genitori, gli stessi dei bambini del pomeriggio precedente.
Tanto l’agonismo fra tutti e tante le risate in un’atmosfera di sincera convivialità.
Montagna significa passeggiata ed ecco un gruppone molto eterogeneo di genitori, bambini, fratelli in cima al Castellano per godere di una veduta verso il Velino.
Alle 13 il trionfo della fantasia culinaria in un happening dove la spensieratezza la fa da padrone.
Genitori che chiacchierano, bambini che giocano.
La giornata volge al termine, la soddisfazione di tutti è palpabile, la u.10 c’è, io e Marco ci stringiamo la mano sapendo che la strada giusta è imboccata.
Andrea Lijoi