Toccati in trasferta a… Benevento?

17 Aprile 2019

Toccati @ Benevento“Siamo stati invitati a partecipare, come squadra ospite, ad una tappa di Italia Touch a Benevento. E’ previsto il pernotto. Vediamo le adesioni e, se riusciamo a formare almeno una squadra, andiamo”. Inizia così, con questa comunicazione di Sandro Romani, la prima trasferta dei Toccati o, come qualcuno l’ha chiamata “la madre di tutte le trasferte”. 

I giorni passano (neanche troppi) e si capisce subito che le adesioni ci sono tanto che, alla fine, di squadre ce ne sono due. 

Il regolamento di Italia Touch è nuovo per noi, le regole da tenere a mente sono tante, il livello tecnico ed atletico degli avversari è elevato e bisogna iniziare allenamenti mirati, perché di tempo ce n’è poco e vogliamo arrivare preparati. Il primo scoglio: il mostro mitologico chiamato MEDIANO. Non deve farsi toccare, non può fare meta, deve stare su tutte le palle … Alcuni di noi ancora si svegliano di soprassalto, nel cuore della notte, urlando “sei mediano, ATTENTO!!!”. 

Ci teniamo, si capisce subito dal fatto che si organizzano lezioni teoriche, si distribuiscono dispense, non si parla che di tap e roll.

In chat inizia l’organizzazione: si dormirà in un convento, divisi in camerate maschili e femminili. Vengono comunicate le squadre, c’è chi grida al complotto, chi ha l’ansia da prestazione, chi si preoccupa di dover dividere il letto con le pulci, chi organizza le macchine, chi pensa già al pranzo della domenica. E già si sente sapore di gita scolastica.  Arriva addirittura la mail con i particolari dell’organizzazione: dalla composizione delle macchine, alla specifica di cosa mettere nel borsone. Lo abbiamo fatto un milione di volte per i nostri figli ma stavolta non è per loro. E’ la NOSTRA trasferta. 

L’appuntamento è alle 8 all’URC dove, dal momento che dobbiamo restare leggeri, consumiamo una frugale colazione con 50 cornetti e cannoli siciliani. 
Toccati @ Benevento 2Con un misto di curiosità, preoccupazione e cannoli siciliani, ci ritroviamo al campo comunale Ambrosini di Venticano (AV) alle 11.30. Qui si capisce subito che l’organizzazione dei Bersaglieri Sanniti, i padroni di casa, è all’altezza delle aspettative; tutto è pronto per accogliere in campo le 8 squadre partecipanti al torneo e non mancano frutta e bevande calde a confortare i giocatori.

Le squadre iscritte sono tutte di ottimo livello ma noi certamente i più sfacciati: neofiti della disciplina e del regolamento Italia Touch, con due squadre rigorosamente miste (qui la quota rosa al 50% è determinante) e di buona “esperienza anagrafica” rispetto alle altre squadre. Ma noi, come le grandi, abbiamo i supporters. Non ci perdiamo d’animo e iniziamo subito il nostro lavoro di riscaldamento, cercando di prendere confidenza con un campo che, dal vivo, incute meno terrore di quello che ci eravamo immaginati. Arriva veloce il fischio d’inizio della prima partita, il momento della verità, quello in cui mettere da parte tutti i pensieri e iniziare a correre, a capire arbitro e avversari, a fare i conti con tutte le novità.

I primi 10’ minuti i più difficili in assoluto; poi però iniziamo a prendere la giusta confidenza con le nuove regole e a superare qualche timore di troppo verso gli avversari, e il gioco si fa via via più ordinato. Migliora la precisione dei passaggi e le nostre squadre provano a mettere in pratica quanto appreso nelle due settimane di duro lavoro che hanno preceduto il torneo, tentando qualche penetrazione sul fuorigioco avversario e incrementando la reattività nelle fasi difensive. In questo è stata fondamentale, soprattutto all’inizio, l’azione degli arbitri che ci hanno generosamente supportato con indicazioni puntuali e grande, grandissima, pazienza.

Alla fine del torneo, la classifica premia i Treviso Knight, seguiti da Tiki Anzac e dai Bersaglieri Sanniti; a noi le posizioni che meritiamo, ben consapevoli che il risultato non è mai stato il nostro primo obiettivo. Stanchi, acciaccati per bene, e in qualche caso anche infortunati, su tutti i nostri volti c’è però la grande soddisfazione di essere arrivati fino in fondo, avendo dato una buona prova di tenacia e di aver saputo interpretare bene il nostro compito all’interno della squadra.

Andiamo allora sotto le docce, distrutti ma trepidanti, come bambini, per quello che ancora ci aspetta di questa esperienza: il terzo tempo e, per alcuni di noi, il primo pernotto fuori con la squadra. Come sempre, nei festeggiamenti diamo il meglio di noi e siamo gli ultimi a lasciare la festa (si, si tratta proprio di una festa, nel vero senso della parola). Dopo una nottata in perfetto stile campo scuola si riparte, non senza un momento culturale a Benevento e la pancia piena (come sempre, ndr). 

Tante volte mi sono trovata, come tanti dei miei compagni di squadra, a dire a mio figlio: “il risultato non conta, metticela tutta e pensa a divertirti”. Non credo di aver capito pienamente il significato di queste parole, fino a quella che continuiamo a chiamare “la trasferta di Benevento”, anche se, alla fine, abbiamo giocato ad Avellino. 

Corrado Marra & Nina Valeriani

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