U6 a Parma: diario di una mamma al seguito

10 Aprile 2018

Sabato 7 aprile, 13:30. Eccoli là, favolosi tutti in fila nei colori della Capitolina. Nella divisa ci cascano dentro, più o meno tutti. Alcuni si sono svegliati con l’eccitazione di fare qualcosa di nuovo, ma non sanno nemmeno cosa.  Un viaggio, un pigiama party, boh.  Hanno infilato un peluche nello zaino e via.  Altri, più consapevoli, hanno la faccia di chi sa di dover giocare e ce la metterà tutta. Perché loro il rugby ce l’hanno già nel sangue.

Li vedo salire sul pullman. Cavoli, partono veramente. Mi prende un crampo allo stomaco che cerco di camuffare con un sorriso.  “Amore divertiti!” (il terrore nella voce).  Demetrio: “Non vi si filano proprio.”

Mi guardo intorno, beh in fondo me la sto cavando, c’è pure chi ha la lacrimuccia… E così comincia l’avventura anche di noi genDSC_0002_previewitori, che non siamo mai pronti.

Il nostro viaggio, in macchina o in treno, è come una linea che corre parallela a quella dei nostri bimbi. Me ne accorgo quando vedo sulla chat la foto di un papà che si è ritrovato nello stesso Autogrill della squadra e ha dovuto nascondersi per non farsi vedere.

Penso che da qui fino alla domenica mattina sarà come un buco nero:  cercheremo di non pensarci. E invece no.  Bastano poche ore e anche noi che siamo alla prima esperienza ci rendiamo conto che in realtà, più che l’ansia, prevale la fiducia negli allenatori e accompagnatori e soprattutto prevale la consapevolezza che stiamo offrendo ai nostri figli un’esperienza straordinaria di crescita.

Ci organizziamo la serata insieme:  è una bella occasione per conoscerci, del resto noi siamo “l’altra squadra”! Ci divertiamo e quando arrivano le prime immagini dei nostri bimbi saltellanti sui letti l’ansia è un ricordo: è evidente che si stanno divertendo un mondo. A questo punto non vediamo l’ora di vederli in campo.

 

Domenica ore 9:00. La cittadella del rugby è immensa, e le macchie colorate delle varie squadre sono davvero uno spettacolo. Ma quanti siamo? Arriviamo al campo dei piccoli e vedo il mio insieme agli altri (“vabbè tutto ok, è vivo”). Poi cominciano le partite. I nostri sono proprio bravi, qualcuno davvero fortissimo, fa per tutta la squadra.  Bellissimo vedere il modo in cui le tifoserie seguono le squadre, lo stile diverso DSC_0022_previewdi allenamento e dello stare in campo. Seguiamo con lo sguardo i bimbi. Linee parallele, anche qui.  Alla fine della giornata abbiamo vinto tutti, non solo perché per gli U6 non c’è graduatoria.  Loro hanno capito che cos’è una squadra. E noi? Siamo cresciuti anche noi, eccome.

Ore 23:30. Ci ritroviamo alla Capitolina, cotti di sole e di stanchezza, ma orgogliosi dei nostri bimbi e di noi. Arriva il pullman, applauso.

E’ un cerchio che si chiude. Un’esperienza completa, unica, tonda, tonda. Anzi, ovale. J

Grazie a Demetrio e Francesco (e Michela) per l’incoraggiamento, la pazienza, gli abbracci  e per non aver mai smesso di contarli, uno ad uno.

Barbara  DSC_0072_preview

 

Le foto di Michela al seguente Link https://www.dropbox.com/sh/0c6jtsiu02x2oe9/AADcLMRcLrWi68XvQweNZDuba?dl=0

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