Intervista al capitano del 1°XV

8 Settembre 2017

rampa

Abbiamo intervistato Giulio Rampa capitano del 1°XV, ne è venuta fuori una chiacchierata davvero interessante sulla stagione che è alle porte e sul mondo  “Urchino” in generale… buona lettura!!

Ciao Giulio, questo sarà il tuo primo anno da capitano del 1XV, che sensazione hai provato quando sei stato nominato?Ciao Filippo, grazie per questo incontro. Si, questa sarà la mia prima esperienza e alla mia nomina hanno fatto seguito diverse sensazioni, più o meno decifrabili; seguo la prima squadra con ammirazione da quando ho 10 anni, e i ragazzi che ne hanno fatto parte nel tempo hanno sempre rappresentato un esempio per me. Essere capitano di un gruppo che spero possa essere, a sua volta, esempio per chi cresce mi riempie di orgoglio e di voglia di fare sempre meglio, perciò è necessario lavorare sodo fin da subito. È un ruolo a cui sono connesse diverse responsabilità e sono consapevole di ciò, per questo non ti nascondo che un po’ di timore c’è, ma allo stesso tempo credo che si trasformerà in maggiore attenzione sotto ogni aspetto. Sicuramente trovo terreno fertile grazie all’ottimo lavoro svolto negli ultimi anni da Filippo(De Michelis, ultimo capitano della prima squadra ndr), grandissima persona a 360° e sicuramente un esempio per me.

Tu sei nato e cresciuto, sportivamente parlando, alla Capitolina, quali sono i valori che ti ha trasmesso il club?

Gioco alla Capitolina dal 2000 e, ad oggi, è la mia seconda famiglia. Devo tanto al Club perché mi ha insegnato veramente quei valori sani, di cui ci si riempie a volte la bocca parlando di rugby, ma in maniera piuttosto superficiale. In primis che rispetto ed appartenenza vanno prima dimostrati attraverso i comportamenti, e non a parole. La seconda cosa che ho assimilato è che non si smette mai di imparare, sia dai più piccoli che dai più grandi, perciò bisogna sempre essere pronti ad ascoltare.

 

 L’anno scorso è stata una stagione turbolenta, conclusasi con la retrocessione, quest’anno si ripartirà con un gruppo unico e molto giovane, quali sono le tue aspettative per la stagione?

La scorsa stagione è stata senza dubbio la più dura, e si è conclusa nel peggiore dei modi. Questo però credo abbia insegnato molto a tutti, soprattutto che la superficialità non paga, ma per raggiungere risultati l’unico modo è impegnarsi seriamente nel quotidiano. Nel nostro sport non si può campare di rendita, è necessario avere la voglia di migliorarsi sotto ogni aspetto giorno dopo giorno, senza adagiarsi sui ciò che si è fatto in passato.

Il gruppo con il quale ci apprestiamo ad affrontare la nuova stagione è molto giovane, ma questo non può essere altro che uno stimolo per tutti. Una situazione di crisi, infatti, apre a nuove e positive opportunità che dovremo essere in grado di cogliere. Avere un gruppo giovane ci consente di lavorare per un orizzonte temporale di medio-lungo termine, è stimolante soprattutto rispetto allo spessore umano e sportivo dei ragazzi che compongono il gruppo Seniores.

 A proposito dei giovani, quale messaggio vorresti che arrivasse loro?

Una domanda così mi fa sentire già vecchio! Scherzi a parte, mi piacerebbe molto che i giovani assumano consapevolezza della loro importanza all’interno del Club, non solo della squadra; questo è un passo importantissimo nel loro processo di maturazione. All’interno di un gruppo con un’età media così bassa i veri protagonisti sono loro, e non vedo l’ora che se ne aggiungano sempre di nuovi pronti a dare il loro contributo una volta usciti dalle giovanili.

 

Per concludere quale consiglio daresti a chi vuole iniziare a giocare?

Fatelo senza pensarci, il rugby è uno sport che da tanto ed insegna a vivere. Dal mio punto di vista ritrovo molte situazioni nella vita di tutti i giorni in cui il rugby mi è d’aiuto.

 

In bocca al lupo da parte di tutto il club!

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